Roma – La Sicilia indossa la maglia rosa per la produzione di oli extra vergini di oliva di pregio e di alta qualità. Lo dimostrano i numerosi premi a livello nazionale ed internazionale vinti dalle migliori aziende dell’isola.
Nella regione, l’olivo copre il 14% della superficie agricole utilizzata nazionale (SAU), e il 17% dell’intera superficie olivicola del mezzogiorno. Il numero di aziende olivicole è pari a 196.000 unità, il 16% del totale delle aziende in Italia e ben il 22% di quelle presenti nel meridione.
Il 75% della superficie olivetata ricade nelle province di Palermo, Trapani, Messina, Agrigento, Enna e nella provincia di Catania che, con il 16% della produzione regionale di olive, entra a pieno titolo tra le zone maggiormente vocate della Regione.
I dati sono stati comunicati oggi a Catania da Unaprol nel corso della conferenza stampa presso la locale Camera di Commercio a margine del convegno economico organizzato da Coldiretti per tenere a battesimo la prima filiera olivicola italiana firmata dai produttori siciliani.
“Un grande impegno a favore dell’alta qualità per bandire l’anonimato del vero olio extra vergine di oliva siciliano” ha affermato il presidente di Unaprol Massimo Gargano che ha aggiunto “la filiera olivicola siciliana dopo l’entrata in vigore dell’origine obbligatoria in etichetta ora può contare sui servizi del nuovo consorzio I.O.O.% qualità italiana per promuovere l’eccellenza dell’extra vergine di alta qualità e dei suoi territori di produzione”.
Uno strumento indispensabile per l’olivicoltura siciliana caratterizzata da un’elevata polverizzazione con quasi il 70% delle aziende con una superficie minore di due ettari. Tale fenomeno si fa più accentuato nelle province di Messina, Catania e Palermo. Solo il 6,2% delle aziende olivicole può contare su superfici olivetate superiori ai 10 ettari, concentrate prevalentemente nelle province di Enna e Ragusa.
Elemento favorevole per la filiera isolana è dato dalle numerose varietà presenti: Cerasuola, Nocellara del Belice e Biancolilla, nella Sicilia occidentale; Moresca, Tonda Iblea e Nocellara Etnea, nella Sicilia orientale.
“Questo patrimonio varietale – ha riferito Alfredo Mulè presidente regionale di Coldiretti rappresenta un’opportunità per la valorizzazione del prodotto, soprattutto in termini di tipicità”. Per le produzioni certificate la Sicilia conta sei denominazioni di origine protetta DOP: Monti Iblei, Valli Trapanesi, Val di Mazara, Monte Etna, Valle del Belice e Valdemone. “Sono la punta di diamante dell’offerta di eccellenza – ha aggiunto Mulè – che ora potrà contare anche sugli strumenti e i servizi di I.O.O.% qualità italiana”
Alla produzione di pregio dell’isola si aggiunge il comparto dell’olivicoltura biologica che supera i 9.000 ettari, con oltre 3.700 aziende impegnate.
La produzione della campagna 2009/2010 ha raggiunto 44 mila tonnellate circa, che rappresentano il 9% circa della produzione nazionale. Segno rosso invece per i prezzi che sono in linea con una tendenza generale. Fanno eccezione l’olio Dop e il 100% italiano, per il quale si nota una progressione delle vendite in volume e in valore.
Segno che il mercato premia la qualità e il territorio che la produce e l’Unaprol punta all’eccellenza offrendo ai consumatori una nuova categoria di oli extra vergini di alta qualità italiana. Prodotti che d’ora in poi saranno garantiti dal marchio I.O.O.% qualità italiana firmati dalla prima filiera agricola tutta italiana dei produttori olivicoli siciliani organizzati da Coldiretti.
Catania,19 aprile 2010