Roma – Le tecnologie per la produzione di energia che comprendono anche i sottoprodotti della filiera olivicola possono rappresentare un’interessante alternativa per il loro smaltimento con garanzia di riduzione dell’impatto ambientale.
Si tratta di una delle opportunità che emergono dagli studi del progetto Europeo RESOLIVE. Un progetto di ricerca internazionale finanziato dal settimo programma quadro dell’Unione Europea che vede la partnership di organizzazioni di tutta Europa, tra cui Spagna, Portogallo, Grecia e Germania; per l’Italia, oltre a Unaprol, la cooperativa Sabina Agricola S.C.L. e il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Perugia.
Questa alternativa consente di ottenere la produzione di energia elettrica e termica che può essere destinata alla vendita (immissione nella rete elettrica) e/o a soddisfare le esigenze energetiche dei frantoi stessi.
Il vantaggio di utilizzare questa tecnologia sta nel fatto di poter ottenere energia elettrica o termica da biomasse con materie prime a costo zero derivanti dallo scarto delle proprie attività. La tecnologia è adatta a tutti i tipi di frantoio. L’energia può essere riutilizzata dall’impianto stesso o da abitazioni vicine, oppure venduta e immessa nella rete elettrica.
C’è però un limite nell’utilizzo di questa tecnologia. Per alimentare una centrale di medie dimensioni sono necessari grandi quantità di biomassa derivante dagli oleifici; grandi quantità di biomassa richiedono grandi spazi coperti per lo stoccaggio anche a causa della natura stagionale di questi sotto-prodotti. Altri limiti sono rappresentati dall’emissione di particolato in atmosfera e dal costante cattivo odore nei pressi degli impianti.
Maggiori informazioni possono essere richieste direttamente ai referenti del progetto Resolive in Italia: prof. Primo Proietti del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali – Facoltà di Agraria – Università degli Studi di Perugia. E-Mail first@unipg.it
Web www.resolive.com.
Roma, 28 febbraio 2012