“La conferma per un altro quadriennio del direttore esecutivo, il tunisino Abdellatif Ghedira, alla guida del Consiglio Oleicolo Internazionale rappresenta una grande occasione persa per l’Italia a cui sarebbe spettata la direzione di questo importante organismo internazionale che determina le linee guida del settore. Il direttore esecutivo, infatti, viene scelto a rotazione tra i vari Paesi membri e questa volta avrebbe dovuto essere premiata l’Italia. Con la complicità della Spagna, che ha visto la conferma di Lillo come direttore aggiunto, si è invece consolidato l’asse arabo-spagnolo. Una sconfitta diplomatica pesante per il nostro Paese che, attraverso il governo e il ministro Centinaio, non è riuscito a far rispettare la prassi istituzionale e gli accordi pregressi che prevedevano la nomina di un italiano. E’ veramente inaudito che uno dei Paesi fondatori del COI, nonché pilastro dell’olivicoltura mondiale per storia, tradizione, produzione e consumi, non venga minimamente preso in considerazione. Tanto più che il venir meno della partecipazione di uno dei Paesi fondatori farebbe venire meno l’esistenza stessa del COI. Le ripercussioni di questa scelta potrebbero essere molto gravi visto che negli ultimi anni, più volte, si è cercato di depotenziare il panel test, strumento fondamentale per garantire la trasparenza e tutelare la qualità oggettiva, quello che dovrebbe essere l’obiettivo primario del COI, a garanzia della salute dei consumatori. Spero che l’Italia non sia stata osteggiata in questo modo per una finalità precisa: trattare l’olio come una commodity, con bassa qualità e grandi volumi, mentre il mondo ha fame della qualità italiana”. – Lo comunica in una nota David Granieri, presidente Unaprol, Consorzio olivicolo italiano.